Contest intergenerazionale NON IMPORTA CHI E’ NATO PRIMA: ecco i nostri 6 vincitori

Contest intergenerazionale NON IMPORTA CHI E’ NATO PRIMA: ecco i nostri 6 vincitori

Sabato 28 ottobre al centro giovani Cantiere 26 si è svolta la festa di Piano B, il Piano Giovani Alto Garda e Ledro, quello dell’ormai famoso manifesto della gallina. Sono state installate  più di 50 opere raccolte grazie al Contest intergenerazionale nelle sei categorie: pittura e illustrazione, fotografia, poesia, racconti, video e musica. Il cuore della serata sono state le premiazioni con la proclamazione dei primi classificati e l’esibizione delle loro opere. Ad assistere più di 150 persone tra bambini e anziani, giovani e adulti, tante famiglie al completo, proprio a sottolineare il tema della serata: l’intergenerazionalità.

Vedi il video! Vedi l’album fotografico!

Ecco i vincitori:

#musica: Janet Dappiano con l’opera HORROR VALCUI

Motivazione: Classica ed Elettronica: di primo acchito due mondi diametralmente opposti e invece, nella sapiente interpretazione di Janet Dappiano, sono le facce di una stessa medaglia. Un panorama emotivo che si districa tra le classiche colonne sonore dei film horror della scuola italiana, associati al tema della Cavalcata delle Valchirie del compositore tedesco Richard Wagner edita nel luglio 1851.
Musica seriale e minimale nel contempo, con uso sapiente di elettronica ed effettistica di vario genere, compresi una teiera e un’improbabile percussione ottenuta da una bottiglia di plastica percossa con un mestolo di legno. Il tutto in presa diretta, sul pavimento una stanza d’albergo preso in prestito come palcoscenico alternativo.
Una perfetta alchimia per rivisitare una meravigliosa composizione di quasi due secoli fa senza eccedere in facili e stucchevoli artifici elettronici.

Giudice di categoria: Luca Baldessari – SMAG

#fotografia: Leonardo Menegoni con l’opera PADRI E FIGLI

Motivazione: L’immagine esprime in modo chiaro e immediato il tema del contest, il rapporto fra generazioni differenti. Si nota chiaramente in primo piano un’artista acclamato da una folla di persone poste in secondo piano appartenenti in modo evidente ad una generazione visibilmente più giovane. L’artista in questo caso appare come un mito, una guida, un esempio da seguire. Bilanciata nella distribuzione di tutti gli elementi al suo interno l’immagine è apprezzabile anche dal punto di vista estetico e compositivo oltre che dal punto di vista empatico ed emotivo. Il bianco e nero inoltre ne accentua la forza comunicativa così come la scelta del formato.

Giudice di categoria: Andrea Benuzzi –  Circolo Il fotogramma

#video: Jonathan Rabanser con l’opera ADAGIO

Motivazione: L’opera selezionata “Adagio” mette in rapporto corpo, pittura e scultura vivente.
In primo piano, il corpo del danzatore si muove in un tempo adagio, rallentato e vibrante, che scivola fuori dal tempo. Cerca una relazione con il soggetto dello sfondo, opera rinascimentale con figure umane di filosofi,  intellettuali, scienziati e artisti che creano una ricca e complessa trama di corrispondenze. Le figure sono collocate all’interno di un mondo regolato dall’armonia e in un rapporto proporzionale con l’architettura.
In questo contesto, la relazione si fonda tra movimento e sguardo, azione e contemplazione, sospese tra il contemporaneo e l’antico, suggerito dallo sfondo, da cui il danzatore sembra trarre ispirazione, grandezza e forza e verso cui allo stesso tempo sembra esprimere una rottura per conseguire un nuovo principio. La ricerca  dell’equilibrio, la sperimentazione del limite, espressa nell’azione coreutica, sottolineata dall’intensità della musica, suggerisce una possibile metafora della irrinunciabile tensione dell’essere. L’opera si carica di poesia e di valore
artistico e, al tempo stesso, è “un inno al corpo umano, alla sua bellezza e capacità espressiva, in cui ogni muscolo è messo in evidenza come una rappresentazione scultorea”, risuonando con il grande affresco della volta.
L’immagine esprime in modo chiaro e immediato il tema del contest, il rapporto fra generazioni differenti. Si nota chiaramente in primo piano un’artista acclamato da una folla di persone poste in secondo piano appartenenti in modo evidente ad una generazione visibilmente più giovane. L’artista in questo caso appare come un mito, una guida, un esempio da seguire. Bilanciata nella distribuzione di tutti gli elementi al suo interno l’immagine è apprezzabile anche dal punto di vista estetico e compositivo oltre che dal punto di vista empatico ed emotivo. Il bianco e nero inoltre ne accentua la forza comunicativa così come la scelta del formato.

Giudice di categoria: Sara Maino – artista.

#pittura e illustrazione: Mirko Piffer con l’opera INTERGENE-IRRAZIONALITA’

Motivazione: Se tra i compiti del contest c’era quello di produrre una riflessione complessa attorno al tema, l’opera selezionata per questa sezione aderisce perfettamente a tale dinamica. Una serie di illustrazioni, leggibili anche singolarmente, compongono un gioco di parole.  Con INTERGENE-IRRAZIONALITA’ il creativo riassume attraverso l’illustrazione e il graphic design,  molteplici punti cardine dell’immaginario del nostro Paese che hanno segnato e influenzato le diverse epoche dagli anni 50 ad oggi.  Forte lo stimolo visivo creato che spinge alla ricerca e al riconoscimento di tutti gli elementi in gioco, che dal sembrare semplicemente contrapposti, rivelano consequenzialità ed intrecci sorprendenti.

Giudice di categoria: Virginia Sommadossi – Centrale Fies.

#poesia: Vera Linder con l’opera QUANDO I NONNI AVEVANO GLI OCCHIALI E QUANDO INVECE LE RADICI

Motivazione: La poesia propone una definizione dei rapporti intergenerazionali attraverso la trasmissione.
Una trasmissione fatta di oggetti. Gli oggetti personificano e rendono presenti persone comparse (i nonni, il nonno). Sono cose che pensano, che danno della persona un sentimento. La poesia inizia con una serie di oggetti famigliari, per poi dipanarsi in una narrazione più generale. Un anteismo naturale, biologico, che porta a un’immagine di  presenza delle vecchie generazioni nelle dinamiche vitali di un prato, di un albero. La scrittura è viva, resa tale dalle interruzioni nel testo e dallo spazio bianco attorno a esso. Un tratto delicato e ritmato che rende efficacemente il processo di immedesimazione, recupero e reinterpretazione. Un processo dinamico che a sua volta definisce il meccanismo del ricordo, dimensione necessaria del rapporto tra generazioni, presente ma anche assente.ù

Giudice di categoria: Adriano Cataldo – Trento Poetry Slam

#racconto breve: Sara Vaccaro con l’opera LEI SENTE

Motivazione: “Lei sente”, è la storia di un istante, restituito attraverso uno stile diretto, cristallino, in uno spazio di manifestazione dove quasi ogni parola è meditata, in un inanellarsi di polarità opposte: vecchiaia e infanzia, realtà e follia, amore e colpa. E’ un dialogo che diventa scandaglio delle più intime istanze dell’essere, di domande senza risposta, di archetipi esistenziali che convergono in quel punto in cui, agli occhi degli altri, siamo inchiodati ad uno di due versanti estremi della vita, una volta figli, una volta genitori .
Eppure “Lei sente” ci mostra che queste sono solo illusioni. Che quando il velo cade, in questo tempo zero, passato presente e futuro sono una cosa sola, come sola e unica è quella dimensione dove gli stati dell’io, dopo aver  rivendicato la propria esistenza, posso compenetrarsi e danzare.  Lei sente narra un incontro dove ciò che è separato, orfano si abbraccia per potersi specchiare in se stesso, e in una catarsi, guarire.

Giudice di categoria: Renzo Saffi – scrittore.